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Gennaio 2021

Parte questo autunno il nuovo switch-off del digitale terrestre, che porterà diversi milioni di TV a spegnersi.

In cosa consiste lo Switch off?

L’avvento del 5G e la cessione della banda 700 Mhz alla telefonia ha comportato la contrazione dello spettro elettromagnetico a disposizione del mondo televisivo. In questo contesto di trasformazione si è aggiunta la necessità di coordinare le frequenze con i Paesi confinanti che ridurranno ulteriormente gli spazi utili per la TV italiana.

Per poter trasmettere la stessa quantità di canali e aumentare dove possibile la qualità, si è dovuto perciò adottare un sistema di trasmissione più efficiente e per questo motivo si è scelto di passare alla codifica MPEG-4 e DVB-T2.

Contrariamente a quanto accadde con il primo switch-off, questo sarà effettuato nello stesso momento su tutto il territorio nazionale senza distinzione per aree.

È importante precisarlo perché da diverse settimane assistiamo ad alcune campagne mediatiche, anche sui principali mezzi di stampa nazionale, che stanno creando confusione sul tema. Il tutto, dobbiamo dirlo, è nato da una frase imprecisa del sito ministeriale dedicata allo Switch off, che è stata in questi ultimi giorni fortunatamente tolta.

 

Ci saranno disagi per i consumatori?

Sì, il passaggio al nuovo formato di trasmissione comporterà da settembre 2021 lo spegnimento di milioni di tv in tutta Italia che non saranno più in grado di leggere i formati video. Per questo occorre verificare per tempo se i propri dispositivi sono compatibili con le tecnologie in arrivo.

 

Quali sono le scadenze dello Switch off?

I passaggi chiave avverranno in due date: il 1° settembre tutte le trasmissioni nazionali si sposteranno all’unisono sulla codifica MPEG-4, mentre dal 21 al 30 giugno 2022 le trasmissioni digitali terrestri inizieranno ad essere diffuse nel nuovo standard DVB-T2.

I due passaggi tecnologici, ripresi dal sito “La nuova TV digitale” (nuovatvdigitale.mise.gov.it)

 

Lo switch-off sarà scaglionato in aree?

No, come detto più sopra il passaggio sarà unico in tutta Italia. C’è stata un po’ di confusione al riguardo, generata dal fatto che in concomitanza al passaggio MPEG-4 avverrà lo spostamento delle frequenze per attuazione del Piano Nazionale di Assegnazione Frequenze (PNAF). Questo non darà grossi problemi ai cittadini perchè basterà la risintonizzazione (spesso automatica) dei canali per continuare a vedere le trasmissioni. Gli impianti condominiali con antenne centralizzate, invece, potrebbero richiedere una o più riconfigurazioni da effettuarsi a cura di un antennista esperto.

 

Da settembre 2021 ci sarà anche uno spostamento delle frequenze?

, a partire dal 1° settembre 2021 si avvieranno le ri-sintonizzazioni progressive per attuazione del PNAF con la ripartizione delle frequenze tra le emittenti del servizio televisivo. Tale processo sarà scaglionato per aree geografiche (prima il Nord a fine 2021, poi il Centro-tirrenico nel primo trimestre 2022 e per finire il Centro-adriatico e il Sud nel secondo trimestre 2022) per assumere l’assetto finale previsto dal PNAF per il 30 giugno 2022.

Mappatura per aree del piano delle nuove frequenze. Tratta dal sito “La nuova TV digitale” (nuovatvdigitale.mise.gov.it)

 

Cosa succederà perciò l’1 settembre 2021?

Tutte le emittenti nazionali passeranno alla codifica MPEG-4 e questo metterà fuori uso tv e decoder non HD.

In concomitanza avverrà lo spostamento delle frequenze su base regionale per attuazione del nuovo piano nazionale.

Cosa succederà dal 21 al 30 giugno 2022?

Ci sarà, sempre a livello nazionale, il passaggio alle trasmissioni DVB-T2. Questo manderà “a nero” un numero elevato di TV e decoder, si parla infatti di almeno 15 milioni di apparecchi in Italia, calcolati solamente nelle prime case.

 

Vedremo un miglioramento della qualità delle trasmissioni o altri benefici?

Tra settembre 2021 e giugno 2022 non ci si aspetta un miglioramento qualitativo in quanto il passaggio a MPEG-4 viene fatto per liberare lo spazio necessario al riassetto delle frequenze e molti canali verranno “schiacciati” su pochi multiplex. Da giugno 2022, invece, con il passaggio al DVB-T2, ci si potrebbe aspettare qualche miglioramento qualitativo, ma molto dipenderà dalle decisioni delle emittenti: meno canali di maggiore qualità o più canali di qualità non eccelsa?

Il vero salto, in realtà, si avrà con il passaggio alle codifiche HEVC possibile da giugno 2022 che darà accesso a qualche canale 4K sul digitale terrestre e segnerà soprattutto il passaggio alla scansione progressiva.

 

Come si può verificare se il proprio TV supererà i due passaggi previsti dallo Switch off?

RAI e Mediaset, su indicazioni del MiSE, hanno dedicato due canali test alle posizioni 100 e 200 codificati in HEVC a 10 bit. I TV e i decoder che riescono a visualizzare questi canali sono compatibili con il livello televisivo che verrà raggiunto dallo Switch off. Gli altri TV vedranno invece una schermata nera o non riusciranno neppure a sintonizzarsi.

Servirà però un’indagine supplementare per confermare l’incompatibilità di questi dispositivi: il fatto di non vedere i canali test potrebbe infatti semplicemente significare che il TV in questione, pur essendo DVB-T2 e HEVC non è compatibile con le codifiche a 10 bit: apparecchi di questo tipo potrebbero andare avanti a funzionare ancora per qualche tempo dopo il giugno 2022 e quindi avere una minore urgenza d’adeguamento.

Ad ogni modo l’invito è quello di rivolgersi ad un professionista per avere una consulenza completa.

La schermata di test che conferma la compatibilità del proprio dispositivo alla lettura dei nuovi standard

Ci saranno problemi a trovare TV e decoder compatibili?

, non ci sono numeri certi sui TV che si spegneranno nelle due scadenze e neppure quanti di questi verranno effettivamente rimpiazzati con nuovi TV o affiancati da decoder. Si parla di diversi milioni di apparecchi che smetteranno di funzionare. Il mercato italiano è stabile attorno ai 4 milioni di TV e 300mila decoder acquistati ogni anno e certamente i numeri coinvolti da questo Switch off sono enormi rispetto a questi valori. Malgrado i produttori e i rivenditori stiano ritoccando le proprie stime per incrementare i riassortimenti, è purtroppo prevedibile un periodo in cui si andrà incontro a carenza di prodotto, un pò come sta succedendo per i notebook in seguito al lockdown. Anzi, probabilmente sarà peggio perché la scadenza unica nazionale renderà la domanda, soprattutto dei decoder, altamente impulsiva; inoltre c’è da tenere conto che le abitudini italiane sono quelle di muoversi solo quando succede qualcosa e non di anticipare gli acquisti. Quest’anno non si prospetta come un anno di saldi sui TV e certamente la seconda parte dell’anno e il primo semestre 2022 vedranno momenti in cui non sarà possibile trovare il modello preferito. In questo senso, sarebbe bene muoversi in anticipo per adeguare il proprio TV e/o decoder.

 

Ci sono altre soluzioni per salvare i televisori non compatibili?

, si può prevedere l’abbandono totale del digitale terrestre per passare ad altre forme di trasmissione come la tv satellitare o pay tv. Ad esempio comprando una cam di tivùsat ed una parabola si continuerà a ricevere via satellite tutti i canali televisivi nazionali, oltre a molti canali in HD ed alcuni in 4K. O attivando un abbonamento Sky con decoder di ultima generazione, ad esempio Sky Q che integra un tuner digitale terrestre compatibile con le nuove trasmissioni. Questo fin da subito e senza aspettare le scadenze del 2022.

 

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